Ieri mi è capitato di andare ad una presentazione del BIM
offerta da Autodesk One Team.
BIM è il nuovo metodo di progettazione veramente integrata.
Il nuovo decreto appalti 50/2016 ha introdotto la logica di
progettazione integrata per le stazione appaltanti qualificate, per ridurre al
minimo gli errori di progettazione e di gestione cantiere.
Lo strumento è molto valido: consente di lavorare in
sinergia, tale per cui ogni cambiamento dello strutturista è valutato anche dal
punto di vista impiantistico e viceversa. Consente l’ammortamento dei tempi di
esecuzione degli elaborati ed una correttezza nei conteggi economici e di
gestione del cantiere.
Nei paesi europei più giovani questo strumento è già stato
implementato, nell'ultimo anno con un incremento del 50%. In Italia siamo al
2%.
Prima di questa presentazione ha parlato la presidente
dell’associazione imprese dicendo che le imprese stesse hanno bisogno di
rinnovarsi, cercare punti di mercato qualificanti e cavalcarli. Sono molto
d’accordo ma la stessa cosa vale anche per gli studi.
Ho vissuto fino a poco tempo fa in una realtà che avrebbe
potuto utilizzare questo sistema per incrementare e facilitare il proprio
lavoro, ma non sono stati in grado di accogliere la sfida.
Credo che questa sia pigrizia e conservazione del già fatto
“abbiamo sempre fatto così non capisco perché dovremo cambiare“ la frase
tipica.
Non riuscivano a rendersi conto che il mondo della
progettazione stava cambiando. Nel caso degli impianti ad esempio non è più
possibile avere un layout strutturale definitivo e su quello costruire gli
impianti. Questo perché il cliente cambia le carte in tavola, i tempi sono
pochi e possono emergere cose dell’ultimo minuto etc etc. Non si può pensare di
adeguare 18 tavole per la variazione di un bagno, 28 pagine di quadri per la
variazione di una pompa di calore, il tutto nei tempi richiesti dal mercato.
Questo strumento avrebbe consentito di diminuire i tempi di
progettazione e ottimizzare la gestione poi del cantiere.
Capisco che questa rivoluzione doveva contenere in sè la
voglia di cambiare: avrebbe mutato il processo produttivo e avrebbe richiesto
ore di formazione. Ma è proprio questo che un imprenditore è chiamato a fare:
non deve solo guadagnare sempre sul già fatto perché prima o poi quel fatto
diventa vecchio.