giovedì 28 aprile 2016

#BIM the new frontier

Ieri mi è capitato di andare ad una presentazione del BIM offerta da Autodesk One Team.
BIM è il nuovo metodo di progettazione veramente integrata.
Il nuovo decreto appalti 50/2016 ha introdotto la logica di progettazione integrata per le stazione appaltanti qualificate, per ridurre al minimo gli errori di progettazione e di gestione cantiere.
Lo strumento è molto valido: consente di lavorare in sinergia, tale per cui ogni cambiamento dello strutturista è valutato anche dal punto di vista impiantistico e viceversa. Consente l’ammortamento dei tempi di esecuzione degli elaborati ed una correttezza nei conteggi economici e di gestione del cantiere.
Nei paesi europei più giovani questo strumento è già stato implementato, nell'ultimo anno con un incremento del 50%. In Italia siamo al 2%.
Prima di questa presentazione ha parlato la presidente dell’associazione imprese dicendo che le imprese stesse hanno bisogno di rinnovarsi, cercare punti di mercato qualificanti e cavalcarli. Sono molto d’accordo ma la stessa cosa vale anche per gli studi.
Ho vissuto fino a poco tempo fa in una realtà che avrebbe potuto utilizzare questo sistema per incrementare e facilitare il proprio lavoro, ma non sono stati in grado di accogliere la sfida.
Credo che questa sia pigrizia e conservazione del già fatto “abbiamo sempre fatto così non capisco perché dovremo cambiare“ la frase tipica.
Non riuscivano a rendersi conto che il mondo della progettazione stava cambiando. Nel caso degli impianti ad esempio non è più possibile avere un layout strutturale definitivo e su quello costruire gli impianti. Questo perché il cliente cambia le carte in tavola, i tempi sono pochi e possono emergere cose dell’ultimo minuto etc etc. Non si può pensare di adeguare 18 tavole per la variazione di un bagno, 28 pagine di quadri per la variazione di una pompa di calore, il tutto nei tempi richiesti dal mercato.
Questo strumento avrebbe consentito di diminuire i tempi di progettazione e ottimizzare la gestione poi del cantiere.
Capisco che questa rivoluzione doveva contenere in sè la voglia di cambiare: avrebbe mutato il processo produttivo e avrebbe richiesto ore di formazione. Ma è proprio questo che un imprenditore è chiamato a fare: non deve solo guadagnare sempre sul già fatto perché prima o poi quel fatto diventa vecchio.

Si parla di aggiornamento professionale, lungimiranza, tecnologia ma solo quando si parla degli altri. 

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