martedì 27 ottobre 2015

Domande

Dal DM 20.12.2012 Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi DM 20.12.2012:

art.1 Finalità:
La progettazione, la costruzione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti di protezione attiva contro l'incendio, così come definiti nella regola tecnica di cui al successivo articolo 5 e di seguito denominati impianti.

art.2 Campo di applicazione:
IMPIANTI di nuova costruzione ed a quelli esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto (4 aprile 2013), nel caso essi siano oggetto di interventi comportanti la loro modifica sostanziale (trasformazione della tipologia dell'impianto originale o ampliamento della sua DIMENSIONE TIPICA oltre il 50% dell'originale, ove non diversamente definito da specifica regolamentazione o norma)


Questa MODIFICA SOSTANZIALE dell'impianto può essere presa a campione per stabilire che in un impianto di protezione attiva esistente (rivelazione incendi), magari costruito secondo la normativa del 2010, se viene ampliato e cambia la sua estensione in numero di rivelatori pari quindi a più del 50% occorre rivedere l'impianto (cavi in particolare) in modo che rispetti la Normativa in vigore?!

protezione_attiva_DM_20.12.1012

sabato 3 ottobre 2015

25° Giornata del Perito Industriale


Si è svolta oggi la 25° giornata del Perito Industriale che ha voluto centrare l'attenzione, per la prima volta oserei dire, su argomenti differenti dall'impiantistica elettrica e/o termotecnica e/o edilizia. L'evento ha mirato questa volta alla sicurezza e non a quella sul lavoro ma a quella di internet e di qualunque dato sia su esso inserito.
Spesso la facilità con cui ognuno di noi approccia alla rete è dettato da una sorta di fai da te, generato da un'esperienza lavorativa che ognuno di noi deve improntare per poter navigare nel nuovo mondo della progettazione fatto di mail, grafica, pratiche e chi più ne ha più ne metta.
Il mondo come lo si conosceva prima è stato invaso dall'utilizzo delle mail, dallo scambio di file alla velocità della luce, dalla veicolazione di dati su pratiche ma a tutto questo nessuno, della vecchia generazione, era realmente preparato.
Si è parlato di malware, di virus, di frodi create da associazioni criminali che hanno lo scopo di monetizzare un business, entrando con estrema facilità nei sistemi operativi di tutti, spesso con l'aiuto delle stesse vittime.
Non c'è abbastanza conoscenza e probabilmente interesse per capire che gli strumenti che abbiamo in mano hanno una potenzialità enorme e come il danno che possono generare.
Occorre sempre tenere ben alzata la guardia! A margine di qualsiasi antivirus prelevabile dal mercato l'importanza più grande ce l'ha sempre un cervello ben funzionante e un sacrosanto timore di cliccare. Chiamo sacrosanto il timore, perché spesso è quello che salva in certe situazioni: porto ad esempio i cryptolocker che stanno devastando moltissime realtà lavorative. Sono veicolati da banali email, spesso di vettori come SDA con un allegato da aprire per il ritiro di un pacco ed il gioco è fatto.
Coloro che l'hanno aperto non si sono nemmeno preoccupati di leggere un testo scritto in una lingua non corretta con una metodologia mai esistita per il ritiro, senza porsi dubbio alcuno che questo potesse essere qualcosa di dannoso. Questo è paragonabile all'atteggiamento che le persone hanno con la televisione ovvero tutto ciò che è riportato sullo schermo è la realtà, senza discussioni.
Quindi la difficoltà più grande è creare una cultura informatica, anche se ora è solo una pezza, perché creato il mostro è difficile rieducarlo.
Voglio pensare però alle nuove generazioni, i nativi digitali, che certe domande non se le pongono nemmeno, sono molto più scaltri nel vivere il mondo di internet e non cadono in errori grossolani come il cryptolocker ma al tempo stesso non si pongono invece domande riguardanti i dati sensibili, sul deposito delle loro foto, sulla cronologia di una conversazione skype etc. Non appena infatti vengono a conoscenza di alcune di queste risposte, il loro atteggiamento cambia significativamente ed è questo che occorre perseguire. Mi auguro che loro siano più ricettivi verso il capire, cosa che non è stata per coloro che hanno vissuto il trapasso tecnologico e che hanno avuto l'arroganza di pensare di poterlo attraversare mantenendo invariato il loro atteggiamento.
Si è parlato poi anche di alcuni aspetti etico-filosofici nell'educazione di un figlio per il quale risulta estremamente semplice approcciare un touch-screen ma che incontra notevoli problemi con la manualità. E' corretto inseguire ancora un'educazione fatta di cose fisiche e concrete, di un senso della misura, del tempo, dell'aritmetica, della scrittura? Si asseriva una cosa molto vera: se portiamo le persone all'utilizzo di un mezzo tecnologico per comunicare, se qualcuno governa questo mezzo ha in pugno l'intera umanità, fatta solo di meri esecutori ovvero pigiatori di tasti.
Perché allora non mantenere entrambe le strade? Il mondo avrà sempre nuovi mezzi sempre più hitech ma il mondo è fatto di cose concrete: il mondo si può toccare, gustare, odorare e già di per sè questo è fantastico. Probabilmente occorre creare una curiosità e un interesse che riescano a superare i colori brillanti dello schermo di un S6: è complesso ma non impossibile.
Dimentichiamo sempre che tutto ciò che conosciamo viene dalla natura, di per sè perfetta e la più imitata in assoluto.

giovedì 24 settembre 2015

Tutto subito

Uno dei problemi facilmente riscontrabili nel nostro mestiere è che fatto il lavoro, terminato il cantiere etc spesso si rimane in balia di certificazioni e dichiarazioni. 
Questa cosa viene considerata solo una mera raccolta di carta che per gli installatori è una rogna, per il committente qualcosa che deve risolvere il progettista e per il progettista è invece una assunzione di grande responsabilità.
Fatto esempio le certificazioni REI nelle quali viene controfirmato un documento che è una vera e propria assunzione di responsabilità e se dovesse capitare qualcosa è il progettista a farne le spese.
Molto difficile seguire tutte le operazioni del cantiere sopratutto i ripristini dei gradi REI di pareti con attraversamenti elettrici, e nel momento in cui si va a verificare questi sono solitamente non sono conformi a quanto prescritto dalle normative e dall'uso del prodotto. 
Questo è un altro derivato della fretta e del tutto subito. 
 

martedì 15 settembre 2015

Decreto del Ministero dell’interno 3/8/15

Sulla G.U. del 20 agosto 2015 (S.O. n. 192) è stato pubblicato il decreto del Ministero dell’interno 3/8/15 “Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi, ai sensi dell’articolo 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139”, il cosiddetto Codice di Prevenzione Incendi.

Il decreto entra in vigore il 18/11/15, ma è facoltativo. Esso costituisce un’alternativa alle vigenti disposizioni di prevenzione incendi. Si può applicare a 34 delle ottanta attività soggette ai controlli di prevenzione incendi (DPR 151/11). Non è applicabile alle restanti 46 attività, tra cui i locali di pubblico spettacolo, le strutture alberghiere, le scuole, le strutture sanitarie, le attività commerciali, gli uffici, le centrali termiche ed elettriche.

Nel testo al capitolo S.7 sono riportate le indicazioni relative ai sistemi di rivelazione allarme e vengono indicati i livelli di prestazione:
  • I Rivelazione allarme è demandata agli occupanti
  • II Segnalazione manuale e sistema d'allarme esteso a tutta l'attività
  • III Rivelazione automatica estesa a porzioni di attività. eventuale avvio automatico di sistemai di protezione attiva
  • IV Rivelazione automatica estesa a tutta l'attività. sistema d'allarme, eventuale avvio automatico di sistemi di protezione attiva
I criteri di attribuzione dei livelli di prestazione:

  • I Attività dove siano verificate tutte le condizioni:
  1. Profili di rischio
           Rvita compresi in A1 A2 Ci1 Ci2 Ci3
           Rbeni pari a 1
           Rambiente non significativo
  1. attività aperta al pubblico
  2. densità di affollamento non superiore a 0,2 persone mq
  3. non prevalentemente destinata ad occupanti con disabilità
  4. tutti i piani situati a quota compresa tra -5 e 12m
  5. superficie lorda di ogni compatimento 400 ML/mq
  6. carico di incendio specifico Qt non superiore a 600 MJ/mq
  7. non si detengono o trattano sostanze o miscele pericolose in quantità significative
  8. non si effettuano lavorazioni pericolose ai fini dell'incendio
  • II Attività dove siano verificate tutte le condizioni:
  1. Profili di rischio
           Rvita compresi in A1 A2 B1 B2 Ci1 Ci2 Ci3
           Rbeni pari a 1
           Rambiente non significativo
  1. attività aperta al pubblico
  2. densità di affollamento non superiore a 0,7 persone mq
  3. tutti i piani situati a quota compresa tra -10 e 54m
  4. superficie lorda di ogni compatimento 400 ML/mq
  5. carico di incendio specifico Qt superiore a 600 MJ/mq
  6. non si detengono o trattano sostanze o miscele pericolose in quantità significative
  7. non si effettuano lavorazioni pericolose ai fini dell'incendio
  • III Attività non ricomprese negli altri criteri di attribuzione
  • IV in relazione alle risultanze della valutazione del rischio nell'ambito e in ambiti limitrofi del stessa attività dove siano verificate tutte le condizioni:

giovedì 30 luglio 2015

D.M. 22 febbraio 2006 - Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio di edifici e/o locali destinati ad ufficI


N. ATTIVITÀ CATEGORIA 71
Aziende ed uffici con oltre 300 persone presenti.
A oltre 500
B fino a 800 persone
C oltre 800 persone

IMPIANTO DI RIVELAZIONE INCENDI
L’impianto deve essere progettato e realizzato a regola d’arte secondo le vigenti norme di buona tecnica
[…]
 L’impianto deve consentire l’azionamento automatico dei dispositivi di allarme posti nell'attività entro:
a) un primo intervallo di tempo dall'emissione della segnalazione di allarme proveniente da 2 o più rivelatori o dall'azionamento di un qualsiasi pulsante manuale di segnalazione d’incendio;
b) un secondo intervallo di tempo dall'emissione di una segnalazione di allarme proveniente da un qualsiasi rivelatore, qualora la segnalazione presso la centrale di controllo e segnalazione non sia tacitata dal personale preposto.

I predetti intervalli di tempo devono essere definiti in considerazione della tipologia dell'attività e dei rischi in essa esistenti, nonché di quanto previsto nel piano di emergenza.
Ai fini dell’organizzazione della sicurezza, l'impianto di rivelazione può consentire l'attivazione automatica di una o più delle seguenti azioni:
- chiusura di eventuali porte tagliafuoco, normalmente mantenute aperte, appartenenti al compartimento antincendio da cui è pervenuta la segnalazione, tramite l'attivazione degli appositi dispositivi di chiusura;
- disattivazione elettrica degli eventuali impianti di ventilazione e/o condizionamento;
- attivazione di eventuali sistemi antincendio automatici (estinzione, evacuazione fumi, etc.);
- chiusura di eventuali serrande tagliafuoco poste nelle canalizzazioni degli impianti di ventilazione e/o condizionamento riferite al compartimento da cui proviene la segnalazione;
- eventuale trasmissione a distanza delle segnalazioni di allarme in posti predeterminati nel piano di emergenza.

Per i rivelatori ubicati nei depositi in cui il carico d’incendio è superiore a 60 kg/mq ovvero la superficie in pianta è superiore a 200 mq, devono essere installati dispositivi ottici di ripetizione di allarme lungo i corridoi. Tali ripetitori devono anche essere previsti per quei rivelatori che sorvegliano aree non direttamente presidiate per mancanza di persone o di un controllo diretto nonché intercapedini comprese nei controsoffitti e nei pavimenti sopraelevati qualora vi siano installati impianti che possano determinare rischi di incendio.


SISTEMA DI ALLARME


Gli uffici devono essere dotati di un sistema di allarme in grado di avvertire le persone presenti delle condizioni di pericolo in caso di incendio allo scopo di dare avvio alle procedure di emergenza nonché alle connesse operazioni di evacuazione. A tal fine devono essere previsti dispositivi ottici ed acustici, opportunamente ubicati, in grado di segnalare il pericolo a tutti gli occupanti dell’edificio o delle parti di esso coinvolte dall'incendio. La diffusione degli allarmi sonori deve avvenire tramite impianto ad altoparlanti. Le procedure di diffusione dei segnali di allarme devono essere opportunamente regolamentate nel piano di emergenza.


lunedì 20 luglio 2015

UNI EN 54-27

Pubblicata in italiano la Norma UNI EN 54-27:2015 (Sistemi di rivelazione  e di segnalazione per condotte - Parte 27: Rivelatori di fumo per condotte"
Contiene metodi di prova, criteri di prestazione dei rivelatori d'incendio per i canali dell'aria.

mercoledì 1 luglio 2015

OBBLIGO IMPIANTI RIVELAZIONE INCENDI
  • nelle attività commerciali di superficie superiore a 400 mq (DM 27/07/2010) 
  • negli uffici di nuova realizzazione con più di 100 persone presenti (DM 22/02/2006) 
  • nelle strutture alberghiere con più di 100 posti letto (DM 9/4/94) 
  • nelle strutture alberghiere con più di 25 posti letto limitatamente ai depositi di materiale combustibile di superficie superiore a 12 mq (DM 9/4/94) 
  • nelle scuole con più di 100 persone presenti limitatamente ai locali che presentano carico di incendio superiore a 30 kg/mq (DM 26/8/92) 
  • nelle strutture sanitarie e negli ospedali (DM 18/9/02) 
  • nei locali di pubblico spettacolo limitatamente agli ambienti con carico d'incendio superiore a 30 kg/mq ed alle condotte di condizionamento e ventilazione a servizio di più compartimenti (DM 19/8/96) 
  • negli impianti sportivi al chiuso con numero di spettatori superiore a 1000 (DM 18/3/96) 
  • negli ambienti interni di impianti sportivi all'aperto con numero di spettatori superiore a 5000 (DM 18/3/96) 
  • negli impianti sportivi di qualsiasi tipologia limitatamente ai depositi di materiale combustibile aventi superficie superiore a 25 mq (DM 18/3/96) 
  • negli edifici di interesse storico ed artistico quali musei, gallerie, biblioteche, ecc. (DM 20/5/92 n.569 per i musei e DPR 30/6/95 n.418 per le biblioteche) 
  • nelle stazioni delle metropolitane (DM 11/1/88) 
  • nei depositi di GPL aventi capacità superiore a 200.000 kg (DM 13/10/94) 
  • Nelle attività estrattive condotte mediante perforazione quali cave e miniere (DM 25/11/96 n.624)

martedì 23 giugno 2015

ISO 6790

Attrezzature per la protezione antincendio e lotta antincendio 
Segni grafici per i piani di protezione antincendio 

lunedì 15 giugno 2015

Sento sempre bei discorsi sul rendere partecipe la categoria giovani: tante belle parole ma che non trovano mai un riscontro reale e oggettivo nella società. Non so se è solo un problema dell'Italia perché non ho mai toccato con mano la realtà degli altri paesi.
Mi sono vista come impiccata da un sistema che non lascia spazio alle idee. Parlando del mio lavoro sembra che per accedere alle grazie dei clienti, degli organi, degli Enti tu debba avere più di un tot di anni.
Sia chiaro la saggezza e il vissuto di coloro che ci hanno preceduto non può che essere importante e ci fa stare alla larga da guai che abbiamo conosciuto ma se ci fermiamo lì rischiamo di rimanere una società vecchia. Una persona giovane appena approcciata al mondo del lavoro avrà sicuramente lacune dal punto di vista “storico ed esperienziale” ma ha un appeal diverso: è entusiasta, ha voglia di imparare, ha l'energia per combattere, la sregolatezza e l'incoscienza necessari per caratterizzare grandi imprese. Queste qualità non sono da sottovalutare e nemmeno da deridere. Siamo schiavi di una classe che sta per andare in pensione e di conseguenza che voglia di lottare possono avere? Che voglia di cambiare?
Il loro momento è già passato sono ormai schiavi delle esperienze fatte sono passivi, resi inoffensivi dal lento stillicidio della politica, delle battaglie fiscali, della coltivazione del proprio orticello sino a che “lo devono fare”.
Lasciare spazio ai giovani vuol dire lasciarli cavalcare l'onda dell'amore per la vita e della speranza. Nel modo di oggi rischiamo di rimanere intrappolati in un epoca che viaggia alla velocità della luce ma che non possiamo cavalcare perché non ce ne viene data la possibilità.
Leggiamo ogni giorno sui blog, sui social network persone che hanno voglia di fare, di dimostrare quanto valgono ma che sono comunque costretti a rinunciare perché per loro non c'è spazio e quando le porte vengono chiuse più di una volta si comincia a perdere fiducia in se stessi e si abbandonano i sogni. Forse è questo che vogliono che succeda: abbandonare i sogni equivale a morire dentro e loro ci vogliono inoffensivi capaci solo di dire sì, di fare da spalla a persone anziane con idee obsolete e che occupano posti che sicuramente sono stati guadagnanti ma che hanno un ciclo come tutte le cose della vita compresa la vita stessa.
Difficile è cedere il passo ma è una assoluta necessità: basta clientelismi, basta poltrone attaccate, basta criteri non meritocratici.

martedì 9 giugno 2015

Impianto di allarme manuale

Per tutte le attività produttive è prevista la presenza di un Piano di emergenza ed evacuazione (D. Lgs. 81/08, art. 43 e DM 10/03/98, art. 5). Il Piano di emergenza viene redatto dal datore di lavoro, in collaborazione con RSPP e addetti alle emergenze, tenendo conto della struttura, del tipo di attività, dei turni di lavoro, dell’eventuale presenza di persone esterne e della composizione della squadra di emergenza. Sono esonerate solo quelle aziende dove sono impiegati meno 10 dipendenti, ad eccezione delle attività soggette a controllo da parte dei Comandi provinciali dei vigili del fuoco (a rilascio C.P.I.) come previsto dal D.P.R. 29/07/82, n. 577.

A monte del piano di emergenza viene effettuata un’attenta valutazione del rischio incendio per il luogo di lavoro considerando tutte rischi e misure di protezione ai fini della prevenzione incendi e dell’evacuazione dei luoghi di lavoro, nonché per il caso di pericolo grave e immediato.

All'allegato IV del DM 10/03/98 sono richiamati i sistemi di rivelazione automatica d'incendio e di allarme manuale. L'impianto di allarme potrà essere differente a seconda della complessità e grandezza del luogo di lavoro e dal suo affollamento.  Per i luoghi complessi possono essere necessarie anche più fasi d'evacuazione e quando si ha presenza di pubblico non formato si ricorre all'impianto audio intellegibile. 
Va da sè che nei luoghi di lavoro complessi il personale è formato e informato per cui sa distinguere il segnale di allerta dal segnale di evacuazione.

lunedì 8 giugno 2015

Convenzione UNI

Il Collegio di Modena ha aderito e fino a settembre consentirà agli iscritti questa possibilità. 


PUBBLICATA APRILE 2015

CEI EN 60079-29-3 Atmosfere esplosive 
Parte 29-3: Rilevatori di gas - Guida relativa alla sicurezza funzionale dei sistemi fissi di rilevazione gas

elenco nuove norme dal CEI

Norme a prezzi agevolati

Nuova convenzione CNPI - CEI. Norme a prezzi agevolati

link al sito del CEI


giovedì 4 giugno 2015

Occorre sempre affrontare il problema quando si presenta

Riporto un articolo sul fatto quotidiano (qui il link) che riporta fondamentalmente la certificazione della apocalittica fesseria che è stata la riforma Gelmini sentenziata dal TAR. Questa riforma ha pesantemente inciso sugli istituti tecnici che si sono trovati ad avere meno ore di materie tecnico-specialistiche e ore di laboratorio, portando quindi ad un livello più basso l'istruzione secondaria superiore giustificando i tutto con un risparmio della spesa pubblica sugli insegnanti e senza rendere noto quali fossero gli effetti collaterali che si propagano dal mondo della scuola al mondo delle professioni.

Sembrerebbe dall'articolo che questo giudizio sia rimasto a riposare per ben due anni, anni in cui, dall'altro lato del fiume, le professioni hanno dovuto iniziare a riformarsi (e anche terminare, ma è un altro discorso) e decidere chi avrebbe potuto avere accesso all'albo professionale.

Lunghe discussioni, congressi, confronti per decidere che i diplomati Gelmini non avevano più le caratteristiche per rientrare negli albi e che per farlo dovevano laurearsi.

Alcuni giorni fa la sentenza depositata il 5.5.2015 che assegna al Ministero i 30 giorni per dare esecuzione all'annullamento dei programmi scolastici Gelmini ritornando per quadri orari e insegnamenti, a prima della Riforma

Tutti i diplomi emanati in questo lasso di tempo non hanno di fatto un valore. 

La cosa avvilente è che le cose stiano sempre lì a salare e alla fine di tutti chi ne fa le spese sono i cittadini e in questo caso i giovani che avrebbero potuto usufruire di una percorso generante una professione. Oltremodo poi la difficoltà a comprendere come i rappresentanti nazionali delle categorie non abbiano reagito alla riforma e peggio ancora non abbiano poi acquisito questo dato che da due anni girovagava negli ambienti politici, anni in cui si era impegnati a risolvere l'altro problema, anch'esso lasciato a salare, del riconoscimento del titolo e all'equiparazione del percorso di studi. 
Si è detto che dobbiamo miscelarci e fonderci alla comunità europea ma a maggior ragione bisogna partire dalle leggi interne e riformarle con un senso logico e con una visione ampia degli aspetti perchè all'interno dei nostri confini le leggi che sono in vigore finché ci son vanno rispettate. 

Il progettista?!



IL VALORE AGGIUNTO DEL PROFESSIONISTA E' NOTO QUALE SIA?

LO SCHEMA RIPORTATO VUOLE EVIDENZIARE COME SPESSO SIA  UNA SCELTA VINCOLATA IL RIVOLGERSI AD UN PROGETTISTA PIUTTOSTO CHE AD UN RESPONSABILE DI PRODOTTO. 
ESSENDO SEMPRE SOGGETTI AL VILE DENARO SPESSO I RESPONSABILI AZIENDALI SONO TARTASSATI DI PROPOSTE DI MANAGEMENT AZIENDALE PIUTTOSTO CHE ENERGETICO E SONO SUBISSATI DI IDEE SEMPRE PIÙ AVANZATE CHE CONSENTONO LORO DI RISPARMIARE. CONSEGUENTEMENTE QUESTE IDEE SI TRADUCONO IN GENERAZIONE DI COSTI CHE VANNO CONTESTUALIZZATI E ALCUNE VOLTE PROGETTATI PER CUI CHIAMANO IL PROFESSIONISTA E CHIEDONO DI FARE "DUE TAVOLE FIRMATE" PER AVVALLARE LA PROPOSTA IMPEDENDOGLI DI AVERE UNA VISUALE AMPIA SUL PROBLEMA E LIMITANDOLO AD ESSERE SOLO "COLUI CHE PRODUCE LA CARTA". OLTRE A QUESTO POI LE AZIENDE IMPIANTISTICHE OGGI SI PROPONGONO DIRETTAMENTE, SFRUTTANDO IL BUSINESS, COME PROGETTISTI CON TECNICI AL LORO INTERNO IN GRADO DI SOPPERIRE ALL'OBBLIGO DEI PROGETTO. 

LA FIGURA DEL PROGETTISTA NASCE PROPRIO COME MEDIAZIONE TRA IL CLIENTE E LO STATO IN PRIMA BATTUTA (PER QUANTO RIGUARDA I COMPITI ASSOLTI) E TRA CLIENTE E MERCATO (IN TERMINI DI SALVAGUARDIA DELL'INTERESSE DEL CLIENTE CONTRO LA SPECULAZIONE). E' UNA FIGURA TERZA FRA DUE PARTI, SIMBOLO E GARANZIA DI UNA LOTTA AL CONFLITTO DI INTERESSI.

LE TECNOLOGIE VIAGGIANO ALLA VELOCITÀ DELLA LUCE E RIMANERE SEMPRE INFORMATI E FORMATI SU TUTTO E' MOLTO DIFFICILE, QUINDI IL PROGETTISTA COME PUÒ DIFENDERE IL PROPRIO LAVORO? SALVAGUARDARE LA PROFESSIONE? AVERE ANCORA VOCE IN CAPITOLO?

CREANDO SPECIALIZZAZIONI!

SIAMO CHIAMATI A SAPERE: METTIAMO A DISPOSIZIONE INSIEME DIVERSE SPECIALIZZAZIONI E DIAMO UNA RISPOSTA UNICA AL CLIENTE CHE VEDRÀ SUO INTERESSE RIVOLGERSI AD UN'UNICA ENTITÀ ANZICHÉ A TANTI SATELLITI.
PER FARE QUESTO PERO' OCCORRE  SINERGIA, CAPACITA' DI LAVORO IN TEAM, SCAMBIO DI IDEE, LAVORARE CON COLLEGHI DI CUI SI HA STIMA E DEI QUALI SI CONDIVIDONO GLI OBIETTIVI. E ULTIMO MA NON IN ORDINE DI IMPORTANZA ESSERE DISPOSTI A CONDIVIDERE E METTERE A DISPOSIZIONE LA PROPRIA CONOSCENZA AGLI ALTRI. 

E' TESTATO CHE LA CONDIVISIONE DI UN PROBLEMA VISTA DA PIÙ LATI, DIVERSI FRA LORO, DIA LUOGO AD UNA SOLUZIONE COMPLETA E PRIVA DI IMPEDIMENTI CHE SI RIVELANO DURANTE IL CORSO DELLA REALIZZAZIONE.  

giovedì 23 aprile 2015

Spegnimento

I sistemi sprinkler di spegnimento ad acqua appartengono al mondo degli impianti di sicurezza per le persone ai fini antincendio ed interagiscono completamente con l'impianto di rivelazione incendi.
E' necessario sapere quando l'intervento è avvenuto  in quanto, ai fini del piano di sicurezza, causerà lo sgancio degli impianti elettrici evitando rischi di elettrocuzione per gli operatori.

Per quanto riguarda gli impianti di spegnimento ad estinzione gassosa, la conformità delle apparecchiature risponde alla norma dalla UNI EN 12094-1 che regola gli requisiti e metodi di prova per dispositivi elettrici automatici di controllo e temporizzazione per impianti di estinzione incendi a CO2, gas inerte e idrocarburi.

giovedì 16 aprile 2015

Barriera lineare fumo-fuoco

L'allarme incendio è riconosciuto e confermato quando tra unità trasmittente e unità ricevente si sovrappongono, stazionando per un certo tempo, o un fumo che riduce l'intensità della portante  oppure un moto turbolento prodotto da un fuoco accompagnato da un fumo, oppure dai due fenomeni simultaneamente. La distribuzione della luce infrarossa avviene per mezzo di una serie di coni di luce concentrici dei quali solo quello più interno è quello che esegue la rivelazione.


lunedì 13 aprile 2015

Quanto è importante la presenza di un progettista elettrico in uno staff che si occupa di prevenzione incendi?

La maggior parte delle progettazioni di impianti di rivelazione incendi scaturiscono nell'ambito della richiesta o rinnovo del CPI. Questo fa sì che uno studio incaricato della prevenzione incendi faccia la stesura del suo bel progetto con l'indicazione dei sensori di fumo e dei pulsanti manuali negli ambienti richiesti, inserendo in relazione la dicitura "impianti a regola d'arte nel pieno rispetto di...."

Il progettista elettrico viene poi interpellato per realizzare il progetto di predetto impianto e spesso si trova a dover considerare e richiedere le stesse cose che lo studio di prevezione incendi ha già analizzato. In questo modo spesso si compiono giri doppi di documenti e/o planimetrie che hanno nel corso degli anni spianato la strada a modus operandi tali per cui: "eh ma te l'ho già girato" oppure "nell'elenco dei documenti c'era ma non te l'ho trasmesso se no ti intasavo la casella" oppure ancora "chiedilo tu allo struttursita" .......
Inoltre la messa in tavola delle apparecchiature a scopo puramente indicativo, come fatto da chi si occupa di prevenzionene incendi, comporta spesso errori di progettazione causa l'approccio semplicistico che alcune persone fanno seguendo pedestremente quello che è indicato.

Il ragionamento e le considerazioni che stanno dietro un impianto di rivelazione incendi comportano l'interpellanza di diverse figure che vanno dall'esperto in prevenzione incendi, al responsabile della sicurezza, all'ingegnere strutturista al datore di lavoro.

A parere mio e a tutela del cliente e del normatore la materia prevenzione incendi dovrebbe essere affrontata a 360 e uno studio che si occupa di questo dovrebbe comprendere molteplici professionalità che garantiscono un'analisi approfondita e pertinente della materia per dare al cliente finale un prodotto di qualità ottimizzato alla sua realtà, perchè non esiste nulla che si può "copia--incollare"ogni realtà ha il suo vissuto, le sue esigenze e le sue peculiarità ed un buon professionista deve sempre tenerne conto.

martedì 7 aprile 2015

Oneri delegabili e non in ambito Dlgs81/08


Allarmi tecnici

Attenzione!! All'inserimento di allarmi tecnici su impianti di rivelazione incendi.
Spesso siccome risulta poco economico avere un sistema parallelo per acquisire allarmi tecnici ad esempio di pompe antincendio, piuttosto che pompe di drenaggio locali speciali etc si sceglie di inserirli sul sistema della rivelazione incendio già previsto. 
In realtà la centrale incendio deve visualizzare, ogni volta che è in allarme, il primo e l'ultimo avvenimento che ha causato l'allarme incendio. Se questo è occupato da un messaggio tipo "mancato avviamento pompa" i VVF non possono trarre le necessarie informazioni utili alle operazioni di riconoscimento del luogo d'allarme. 

giovedì 2 aprile 2015

Sistema evacuazione vocale

Nei luoghi ove gli occupanti non sono adeguatamente formati in caso di pericolo d'incendio o di altra natura occorre un sistema di allarme vocale che evita casi di panico ma sopratutto guida le persone all'esodo. Ad esso può essere affiancato un sistema sonoro a patto che non interferisca con l'intelligibilità dei messaggi. L'impianto deve essere progettato ed installato in conformità alla UNI ISO 7240-19, le apparecchiature devono essere conformi alle UNI EN 54-4, 54-16, 54-24.

mercoledì 1 aprile 2015

Aspirazione

I rivelatori di fumo a campionamento d'aria devono essere conformi alla EN 54-20 che identifica tre classi di sensibilità:

  • classe C a sensibilità normale (equivalente a sensori di fumo puntiforme)
  • classe B a sensibilità aumentata in grado di rivelare la presenza di fumo in aria con concentrazione inferiori a quelle normalmente necessarie a far intervenire un sensore ottico
  • classe A ad alta sensibilità utilizzati per ambienti con forte diluizione dell'aria.
Il fabbricante nei dati tecnici dichiara la massima lunghezza delle tubazione e il numero massimo di fori. 

La copertura di un singolo foro è paragonabile ad un rivelatore puntiforme. La copertura massima delle connessioni ad un unico sistema non può essere maggiore di 1600mq.
Infatti il guasto di una centrale non può causare disservizi a più di un'area servita dall'impianto.




martedì 31 marzo 2015

Segnalazioni acustiche - caratteristiche sonore

Le segnalazioni acustiche devono avere un livello acustico percepibile superiore di 5dB al di sopra del rumore ambientale; la percezione acustica da parte degli occupanti deve essere compresa tra 65 e 120dB; negli ambienti ove previsto che gli occupanti dormano la percezione alla testata deve essere di 75dB. Le segnalazioni acustiche devono essere accompagnate o sostituite da segnalazioni ottichein ambienti con rumore di fondo superiore a 95dB; in ambienti che utilizzano protezioni acustiche individuali e/o audioguide.

Le targhe ottico-acustiche sono una prerogativa prettamente italiana. Finalmente ora stiamo evolvendo e andando verso la sirena da loop eventualmente accompagnata da cartello e/o targa in plexiglass.

dal Decreto 81/08

Art.5 

1.  Per  l'installazione,  la  trasformazione e l'ampliamento degli impianti         di        cui        all'articolo 1,        comma 2,  lettere a), b), c), d), e), g),  e'  redatto un progetto. Fatta salva l'osservanza   delle   normative   piu'   rigorose   in   materia  di progettazione,  nei  casi indicati al comma 2, il progetto e' redatto da  un  professionista  iscritto  negli albi professionali secondo la specifica  competenza  tecnica richiesta mentre, negli altri casi, il progetto,  come  specificato  all'articolo 7, comma 2, e' redatto, in alternativa, dal responsabile tecnico dell'impresa installatrice.

  2.  Il  progetto per l'installazione, trasformazione e ampliamento, e'  redatto  da  un  professionista  iscritto agli albi professionali secondo  le  specifiche  competenze  tecniche richieste, nei seguenti casi:    

[.......]

   h) impianti  di  cui all'articolo 1, comma 2, lettera g), se sono inseriti   in  un’attività  soggetta  al  rilascio  del  certificato prevenzione  incendi  e,  comunque, quando gli idranti sono in numero pari  o  superiore a 4 o gli apparecchi di rilevamento sono in numero pari o superiore a 10.

  3.  I  progetti  degli  impianti  sono  elaborati secondo la regola dell'arte. I progetti elaborati in conformità alla vigente normativa e  alle  indicazioni  delle guide e alle norme dell'UNI, del CEI o di altri   Enti   di  normalizzazione  appartenenti  agli  Stati  membri dell'Unione  europea  o  che sono parti contraenti dell'accordo sullo spazio  economico  europeo,  si considerano redatti secondo la regola dell'arte.


4. I progetti contengono almeno gli schemi dell'impianto e i disegni planimetrici nonche' una relazione tecnica sulla consistenza e sulla tipologia dell'installazione, della trasformazione o dell'ampliamento dell'impianto stesso, con particolare riguardo alla tipologia e alle caratteristiche dei materiali e componenti da utilizzare e alle misure di prevenzione e di sicurezza da adottare.

Nei luoghi a maggior rischio di incendio e in quelli con pericoli di esplosione, particolare attenzione e' posta nella scelta dei materiali e componenti da utilizzare nel rispetto della specifica normativa tecnica vigente.

5. Se l'impianto a base di progetto e' variato in corso d'opera, il progetto presentato e' integrato con la necessaria documentazione tecnica attestante le varianti, alle quali, oltre che al progetto, l'installatore e' tenuto a fare riferimento nella dichiarazione di conformità.

6. Il progetto, di cui al comma 2, e' depositato presso lo sportello unico per l'edilizia del comune in cui deve essere realizzato l'impianto nei termini previsti all'articolo 11.

domenica 29 marzo 2015

DM 19.03.2015

Nel nuovo decreto DM 19.03.2015 "Regola tecnica di prevenzione incendi per le strutture sanitarie" che va in sostituzione al DM 18.09.2002, è prevista la figura del RESPONSABILE TECNICO DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO per la predisposizione e attuazione del sistema di gestione dell'emergenza. Questa figura individuata dalla proprietà sarà in possesso di attestato di partecipazione al corso di specializzazione in cnformità al decreto del MI05.08.2011 e redigerà il sistema di gestione.
Il sistema conterrà una strategia comprensiva di budget impegnato ai fini della sicurezza antincendio, analisi di cause, pericoli e rischi per le persone, sistema di controlli preventivi, piano per la gestione delle emergenza, formazione e identificazione addetti settore antincendio.


venerdì 27 marzo 2015

Come deve funzionare

Il documento di causa effetto è estremamente importante poichè riporta le relazioni tra le cause d'incendio e le attuazioni a servizio della gestione dell'emergenza. Ricordiamoci che è chi progetta l'impianto che deve dire come deve funzionare poichè solo lui ha considerato e analizzato la gestione dell'emergenza di concerto con il proprietario dell'attività, il tecnico di prevenzione incendi, il responsabile della sicurezza. 
Non facciamo fare ai tecnici programmatori ciò che non gli compete. 
La responsabilità è del progettista!

E' buona norma che il documento sia conservato presso l'attività produttiva.

Impianti convenzionali

Gli impianti convenzionali si possono ancora usare?

Spesso per piccoli impianti non vale la pena utilizzare una centrale analogica indirizzata, anche se la tecnologia andrà verso quel mondo.
Allora ricordiamoci che la norma richiede: 

  • la centrale deve essere a norma EN 54-2
  • segnaltori manuali e sensori devono appartanere a zone distinte e devono essere singolarmente identificabili 
  • un linea non piuò avere più di 32 punti 
  • se la centrale non è sotto sorveglianza del personale occorre collegare ad apposita uscita un dispositivo che sia in grado di remotare l'allrme, quest'ultimo deve essere a norma EN 54-21
  • l'uscita "C" predisposta per il collegamento di un dispostivo acustico deve possedere le caratteristiche di gestione e controllo elencate al punto 8.2.5 della norma UNI EN 54-2

Chiedendo al produttore le cartteristiche e le certificazioni richieste possiamo anche utiizzarla. 

Uscite monitorate

I moduli per l'attivazione di pannelli ottico-acustici devono garantire il monitoraggio della linea di interconnessione del dispositivo di allarme.

Siemens FCIO223

Notifier M701E

Falsi allarmi

I falsi allarmi sono i nemici degli impianti di rivelazione incendi poichè mettono in discussione la loro utilità screditando la loro valenza incidendo pesantemente sull'attività produttiva aziendale.
E' necessario fare sempre una valutazione attenta e puntuale della tipologia d'incendio e delle caratteristiche fisiche e strutturali dell'ambiente circostante in modo da ridurre al minimo le possibilità che il sensore intervenga.

Esempi di falsi allarmi sono dati:
  • rivelatori lineari: disallineamenti, corpi fissi interposti nel funzionamento
  • sensori di fumo: posizionamenti in ambienti con presenza di condensa e/o polvere d'ambiente
  • sensori ad aaspirazione: polvere d'ambiente e sporcizia della tubazione

Capienza centrale

Una centrale non può supportare più di 512 punti di rivelazione. Quando si eccede questo limite è necessario dotarsi di più centrali per evitare che in caso di guasto non venga compromesso il funzionamento di tutto l'impianto.

In commercio ci sono diverse tipologie di apparecchiature, tipicamente le centrali possono essere messe in rete fra di loro, identificando un master ed uno slave, in modo che in caso di guasto la master possa servire anche la parte di impianto a valle di quella in default.