lunedì 15 giugno 2015

Sento sempre bei discorsi sul rendere partecipe la categoria giovani: tante belle parole ma che non trovano mai un riscontro reale e oggettivo nella società. Non so se è solo un problema dell'Italia perché non ho mai toccato con mano la realtà degli altri paesi.
Mi sono vista come impiccata da un sistema che non lascia spazio alle idee. Parlando del mio lavoro sembra che per accedere alle grazie dei clienti, degli organi, degli Enti tu debba avere più di un tot di anni.
Sia chiaro la saggezza e il vissuto di coloro che ci hanno preceduto non può che essere importante e ci fa stare alla larga da guai che abbiamo conosciuto ma se ci fermiamo lì rischiamo di rimanere una società vecchia. Una persona giovane appena approcciata al mondo del lavoro avrà sicuramente lacune dal punto di vista “storico ed esperienziale” ma ha un appeal diverso: è entusiasta, ha voglia di imparare, ha l'energia per combattere, la sregolatezza e l'incoscienza necessari per caratterizzare grandi imprese. Queste qualità non sono da sottovalutare e nemmeno da deridere. Siamo schiavi di una classe che sta per andare in pensione e di conseguenza che voglia di lottare possono avere? Che voglia di cambiare?
Il loro momento è già passato sono ormai schiavi delle esperienze fatte sono passivi, resi inoffensivi dal lento stillicidio della politica, delle battaglie fiscali, della coltivazione del proprio orticello sino a che “lo devono fare”.
Lasciare spazio ai giovani vuol dire lasciarli cavalcare l'onda dell'amore per la vita e della speranza. Nel modo di oggi rischiamo di rimanere intrappolati in un epoca che viaggia alla velocità della luce ma che non possiamo cavalcare perché non ce ne viene data la possibilità.
Leggiamo ogni giorno sui blog, sui social network persone che hanno voglia di fare, di dimostrare quanto valgono ma che sono comunque costretti a rinunciare perché per loro non c'è spazio e quando le porte vengono chiuse più di una volta si comincia a perdere fiducia in se stessi e si abbandonano i sogni. Forse è questo che vogliono che succeda: abbandonare i sogni equivale a morire dentro e loro ci vogliono inoffensivi capaci solo di dire sì, di fare da spalla a persone anziane con idee obsolete e che occupano posti che sicuramente sono stati guadagnanti ma che hanno un ciclo come tutte le cose della vita compresa la vita stessa.
Difficile è cedere il passo ma è una assoluta necessità: basta clientelismi, basta poltrone attaccate, basta criteri non meritocratici.

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